Soglia del Vascio
Napoli
The Basso, in Neapolitan language Vascio, is a domestic space, overlooking the street, that consists of a maximum of two rooms. It is the representation of popular/traditional life in the city, but also of the economic disadvantage in Naples, its hinterland, and throughout southern Italy in general. A family’s whole life exists in a single room, and when the interior space is tight, the occupants consider necessary to extend outside: thresholds are built between the house and the street. I have always been interested in the ritual of this spontaneous appropriation of the public area. A ritual dictated by necessity, through small, silent passages; it can begin by installing the clothes rail, then a shed will be needed to protect it: under it, the scooter, containers or a votive niche will be sheltered. The projecting roof delimits a virtual area which is paved for reasons of hygiene and differentiation from the road - which belongs to everyone - and is fenced for safety reasons. Little by little, adding walls or grates, the threshold is born: now living between home and the street is possible. The addition becomes a part of the domestic space, it can be decorated, furnished, but above all, lived... It becomes a point of view to observe from what happens in the street, an outdoor lounge for the long hot season, a hallway or a wardrobe. If not accepted, it can be quickly eliminated. I consider it an ephemeral space of decompression that gives dignity to those who live in the Vascio, creating a permeable distance with the road and making the line between public and private less sharp.
Italian:
Il Basso, in napoletano Vascio, è uno spazio domestico composto da massimo due camere, che dà direttamente su strada; è la rappresentazione della vita popolare/tradizionale in città, ma anche del disagio economico presente a Napoli, nell’hinterland, ed in generale in tutto il sud Italia. In un unico spazio si svolge tutta la vita di un’intera famiglia, e quando lo spazio inizia a mancare, si ritiene necessario estendersi all’esterno, si costruiscono soglie tra casa e strada. Mi ha sempre interessato il rituale di questa appropriazione spontanea dell’area pubblica. Un rituale dettato dalla necessità, attraverso piccoli, quatti passaggi; può iniziare installando i fili per stendere il bucato, di conseguenza servirà una tettoia per proteggerlo, sotto quest’ultima sarà messo al riparo lo scooter o dei contenitori, oppure un’edicola votiva. La tettoia delimita un’area virtuale che, per questioni di igiene e di differenziazione dalla strada - che è di tutti - viene pavimentata, e per questioni di sicurezza, viene recintata poco per volta, con muretti o grate; ed ecco, la soglia è nata, ora si può vivere a cavallo tra la propria casa e la strada. L’aggiunta diventa parte integrante dello spazio domestico, la si decora, la si arreda, ma soprattutto la si vive, diventa un punto di affaccio per osservare cosa accade nella propria strada, un salotto all’aria aperta nella lunga stagione calda, un disimpegno o un ripostiglio, che se non accettato può essere velocemente eliminato. Uno spazio effimero di decompressione, ma che dà dignità a chi vive nel vascio, creando una distanza permeabile con la strada che rende meno netta la linea tra pubblico e privato.
